lunedì 3 gennaio 2011

Impresa sociale

Allegato alla relazione del Segretario Generale del VISIS all’Assemblea del 30 dicembre 2010

L’impresa sociale di Muhammad Yunus.
Nel suo libro “Un mondo senza povertà” Muhammad Yunus ha introdotto idee molto innovative sul futuro dell’economia. Tra queste, una nuova figura che chiama impresa sociale (social business), definita come impresa che non deve avere perdite ma che neppure produce dividendi, ed il cui obiettivo principale è il miglioramento della situazione di gruppi sociali in difficoltà.
Non si tratta di una impresa che mira alla massimazione dei profitti, perché gli investitori non ricevono alcuna remunerazione del capitale e tutti gli utili vengono invece reinvestiti; ma non è neanche una impresa caritativa, perché gli azionisti sono proprietari del capitale e se vogliono possono recuperarlo, nei tempi dovuti.
Yunus è abbastanza critico nei confronti della filantropia, ritenendo che in essa molto tempo viene dedicato a raccogliere fondi che scompaiono rapidamente e quindi si richiede un gran lavoro per trovare continuamente nuovo denaro. Invece ritiene positivo introdurre elementi di gestione imprenditoriale nella missione di eradicazione della povertà.
L’eventuale competizione tra imprese sociali per la raccolta dei fondi di investimento non sarebbe per ottenere maggiori benefici economici bensì per presentare progetti che aiutino di più a migliorare la qualità di vita dei ceti più poveri.
Non si esclude l’idea di imprese ibride, ma l’autore ritiene che possano avere più successo le imprese pure: o sociali o massimizzatrici  del profitto.
Yunus prevede anche un secondo tipo di impresa sociale: quella che è proprietà di gruppi indigenti, per cui – pur esseno imprese mirate al profitto – portano il beneficio sociale di tirar fuori dalla povertà questi gruppi indigenti.


(Traduzione e rielaborazione dal blog  luiscarlos.blog@gmail.com)


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